Pacifico Guidolin rimarrà alla presidenza fino al 1966. Ricalca la linea delle altre università popolari italiane dandosi lo scopo di “diffondere la moderna cultura scientifica e letteraria nelle varie classi del popolo” (dall’art.1 dello Statuto del 1921) e “di istituire ogni anno un certo numero di corsi, di lezioni e di conferenze, da tenersi in forma semplice ed accessibile a tutti, esclusa qualsiasi propaganda di carattere politico-religioso)” (dall’art.2 del suindicato Statuto).
Importante è anche la figura dello studente Giuseppe Franceschini, considerato il “fondatore” e demiurgo del sodalizio castellano, a cui viene affidata la segreteria (1924-1925). Egli però muore improvvisamente.
Durante il periodo fascista le autorità dell’epoca riescono a far cadere l’Università Popolare, chiamata “culptura popolare”, nelle mani di operatori fascisti e poi a farne cessare qualsiasi attività. Alla fine della guerra, sempre con Pacifico Guidolin in testa ad un gruppo animatore e per iniziativa e volontà del CLN locale, l’Università Popolare riparte. Segretario è il prof. G.P. Bordignon Favero. Vivace è il dibattito di quegli anni sul ruolo della cultura e delle università popolari in generale.
Negli anni l’Università Popolare ha promosso corsi di vario argomento, cicli di conferenze, dibattiti, rassegne cinematografiche, mostre anche di fotografia, gite culturali e viaggi di istruzione. Venne attivata anche una biblioteca circolante poi confluita nella Biblioteca Comunale di Castelfranco Veneto. Nel 1987 si sono aggiunti i corsi serali per adulti su vari argomenti, che tuttora si tengono.